La Rivoluzione digitale nella scuola

Sono anni che Nuove Scuole 2.0 fonisce i suoi servizi didattici a studenti di tutta Italia tramite nuove tecnologie didattiche. Ora anche il Miur vuole promuovere questo progetto per le scuole statali: Diffondere nelle scuole italiane le tecnologie e cambiare il modo di insegnare e imparare.

Quaranta milioni per digitalizzare le scuole d'Italia con classi all'avanguardia, tablet per gli insegnanti, lavagne che si connettono al web. La somma è stata stanziata dal Ministero dell'Istruzione (che ha messo 24 milioni) e dalle Regioni (16 milioni) per il Piano Scuola digitale di cui oggi sono stati presentati i contenuti a Viale Trastevere. Profumo lo aveva detto fin dal primo giorno di scuola, "il Paese è pronto per la svolta digitale". Ed eccola, dunque, frutto della collaborazione fra istituzioni.

Lavagne multimediali e tablet. Grazie all'accordo Miur-Regioni sarà possibile assegnare complessivamente in tutta Italia, da Nord a Sud, specifica il ministero anche in risposta alla Lega che aveva polemizzato sui tablet per i prof meridionali annunciati qualche giorno fa, 5.906 lavagne multimediali e pc per classe, 77.073 tablet per gli studenti. E si potranno attivare 2.764 classi 2.0 e 17 Scuole 2.0. Le classi tecnologiche sono quelle dove, oltre alla presenza della lavagna, ogni studente e insegnante ha un proprio portatile/tablet attraverso il quale dialoga con la lavagna digitale, accede alla rete, utilizza libri e contenuti digitali. Le scuole 2.0 o scuola online, sono quelle che attraverso le nuove tecnologie stanno trasformando i loro ambienti: orari scolastici, ma anche libri e contenuti digitali.

Centri scolastici digitali. "Diversamente da come è stata erroneamente presentata - ha spiegato il ministro rispondendo a chi lo ha accusato di voler sostituire i docenti con i pc nei piccoli centri - quest'azione non vuole in alcun modo sostituire gli insegnanti con i computer ma, grazie al ricorso alle tecnologie, permette oggi a scuole che diversamente non esisterebbero, dato l'esiguo numero di studenti iscritti, di esistere; scuole che vengono collegate alla rete anche tramite postazioni satellitari. Quindi anche nelle più lontane e disagiate zone del Paese è possibile fare questa esperienza. Nella stessa regione Toscana, ad esempio, esiste un progetto denominato "Erre Cubo" che permette a tre licei in zone montane della regione di esistere". (Giovanni Biondi, capo dipartimento del Ministero per l'Università e la Ricerca - Fonte: Rai)

 

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